venerdì, settembre 14, 2007
Può una R.S.A. matura diventare una R.S.U. di successo?
"Innovare o perire".
Queste semplici parole, date in pasto per gioco a Google, hanno dato come secondo “best match” la pagina Alta Direzione srl - RINGIOVANIRE L'IMPRESA MATURA, e ci hanno stimolato una traduzione “sindacalese” dei suoi primi paragrafi; potrebbero essere riscritti così
RINGIOVANIRE L’R.S.A. MATURA
La percezione di sentirsi imprigionati da accordi asimmetrici in un confronto concertativo e diseguale con il mondo delle imprese, la difficoltà ad ottenere partecipazioni elevate alle iniziative sindacali, la scarsa contrattazione sindacale prodotta nella realtà lavorativa, sono caratteristiche tipiche delle R.S.A. cosiddette “mature”.
Ma la domanda è: “Può una R.S.A. matura diventare una R.S.U. di successo?”
Fuori di metafora; lavoriamo in una CA che negli ultimi due anni ha mostrato tutti i limiti e la parzialità del management nell’affrontare una crisi di mercato che è stata essenzialmente una crisi finanziaria piuttosto che una crisi “industriale”. Oggi la presenza di una R.S.A. ridotta ai minimi termini ci pone nella condizione di essere ad un punto di svolta: innovare o perire.
Le R.S.A. sono formate da lavoratori nominati direttamente dai Sindacati di zona e non hanno pertanto una legittimazione diretta di coloro che rappresentano.
Le R.S.U. sono elette direttamente dai lavoratori, tramite un processo rigoroso e trasparente, che migliora non solo il sentimento di appartenenza ed il livello di condivisione dei contenuti, ma necessariamente permette di rapportarsi alla direzione aziendale con un’autorevolezza ben superiore. Ma giustamente si tratta di un processo rigoroso che presuppone un alto livello di partecipazione dei lavoratori (deve votare almeno il 50% + 1 dei dipendenti), la presenza di liste di candidati (si potrebbero eleggere circa 6 rappresentanti a Milano e 4 a Roma), un Comitato Elettorale, uno dei Garanti ecc. ecc.
Non abbiamo soluzioni precostituite, ed ovviamente non è per nulla scontato che l’unica innovazione necessaria sia il passaggio dalle R.S.A. alle R.S.U.; quello che è certo è che l’immobilismo e la non partecipazione alla vita sindacale aziendale ci potrà solamente danneggiare.
La discussione è aperta: adesso tocca a voi.
Queste semplici parole, date in pasto per gioco a Google, hanno dato come secondo “best match” la pagina Alta Direzione srl - RINGIOVANIRE L'IMPRESA MATURA, e ci hanno stimolato una traduzione “sindacalese” dei suoi primi paragrafi; potrebbero essere riscritti così
RINGIOVANIRE L’R.S.A. MATURA
La percezione di sentirsi imprigionati da accordi asimmetrici in un confronto concertativo e diseguale con il mondo delle imprese, la difficoltà ad ottenere partecipazioni elevate alle iniziative sindacali, la scarsa contrattazione sindacale prodotta nella realtà lavorativa, sono caratteristiche tipiche delle R.S.A. cosiddette “mature”.
Ma la domanda è: “Può una R.S.A. matura diventare una R.S.U. di successo?”
Fuori di metafora; lavoriamo in una CA che negli ultimi due anni ha mostrato tutti i limiti e la parzialità del management nell’affrontare una crisi di mercato che è stata essenzialmente una crisi finanziaria piuttosto che una crisi “industriale”. Oggi la presenza di una R.S.A. ridotta ai minimi termini ci pone nella condizione di essere ad un punto di svolta: innovare o perire.
Le R.S.A. sono formate da lavoratori nominati direttamente dai Sindacati di zona e non hanno pertanto una legittimazione diretta di coloro che rappresentano.
Le R.S.U. sono elette direttamente dai lavoratori, tramite un processo rigoroso e trasparente, che migliora non solo il sentimento di appartenenza ed il livello di condivisione dei contenuti, ma necessariamente permette di rapportarsi alla direzione aziendale con un’autorevolezza ben superiore. Ma giustamente si tratta di un processo rigoroso che presuppone un alto livello di partecipazione dei lavoratori (deve votare almeno il 50% + 1 dei dipendenti), la presenza di liste di candidati (si potrebbero eleggere circa 6 rappresentanti a Milano e 4 a Roma), un Comitato Elettorale, uno dei Garanti ecc. ecc.
Non abbiamo soluzioni precostituite, ed ovviamente non è per nulla scontato che l’unica innovazione necessaria sia il passaggio dalle R.S.A. alle R.S.U.; quello che è certo è che l’immobilismo e la non partecipazione alla vita sindacale aziendale ci potrà solamente danneggiare.
La discussione è aperta: adesso tocca a voi.
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3 commenti:
cosa si intende per matura ?
non vedo prese di posizione rispetto agli 8 licenziamenti effettuati ieri che l'azienda sta cercando di tramutare in dimissioni volontarie.
SVEGLIA !!!!!!!
Forse il collega non coglie fino in fondo il senso dell'invito che abbiamo rivolto a tutti i lavoratori di CA:
"Oggi la presenza di una R.S.A. ridotta ai minimi termini ci pone nella condizione di essere ad un punto di svolta: innovare o perire. ... quello che è certo è che l’immobilismo e la non partecipazione alla vita sindacale aziendale ci potrà solamente danneggiare"
L'Azienza ne è perfettamente cosciente ed agisce di conseguenza.
Vediamo questo VENERDI' 5 OTTOBRE, ALLE ORE 15.30 quanti saranno presenti alla assemblea che era stata convocata per la presentazione dell'Accordo dul Welfare e che, ovviamente, affronterà la nuova puntata dei licenziamenti individuali illegittimi.
Chiederei cortesemente al moderatore, la possibilita' di pubblicare queste note come articolo e non solamente come commento (al fine di condividere queste mie riflessioni con il maggior numero di colleghi).
Leggendo questo blog, si intuisce che un certo numero di persone legge i messaggi (vedi contavisite) ma che tutti (tranne coloro che sono usciti dall'azienda in modo piu' o meno volontario) si astengono dal commentare i fatti (vedere il silenzio totale rispetto al "FURTO" (pregherei di non censurare tale termine, in quanto descrive compiutamente il fatto) della IVC).
Se ne desume che a tutti stanno bene le "azioni" messe in essere dalla direzione aziendale (licenziamenti, mancato pagamento di indennita' varie, computo fazioso del Tfr, mancato/parziale pagamento delle commissioni,....).
Attenzione che la tecnica dello struzzo (fino a che vengono colpiti altri a me non interessa; purtroppo anche qualcuno dei recenti licenziati la pensava allo stesso modo) vi sta portando ad un punto critico.
Se la direzione riesce a completare il progetto (chiaramente visibile) di delegittimazione delle rappresentanze dei lavoratori, poi sono dolori per tutti. Vi state accorgendo del livello di arroganza che stanno esprimendo con questi atti ? Ogni azione e' volta a ribadire il concetto che CA opera in un paese fregandosene delle normative locali (il codice civile viene sistematicamente violato), tanto poi una forma per far sparire il fatto viene trovata (dalla mobilita' ai licenziamenti individuali; dal licenziamento individuale alla dimissione incentivata, ....).
A me piacerebbe che, visto il clima di "terrore" instaurato, vi fosse una piu' decisa e ferma presa di posizione della Filcams Cgil (visto che le altro organizzazioni sono svanite nel nulla) e venissero intraprese azioni legali a fronte della registrata violazione della legge.
Che si cominci a usare la posta elettronica aziendale per raggiungere tutti i lavoratori (visto che una recente sentenza la equipara ad una bacheca sindacale virtuale).
Si faccia una verifica sul metodo di computo del Tfr (dov'e' il computo di tutto cio' che ha carattere di continuita') e si intraprenda un'azione legale affinche' venga ricalcolato (e pagato) a tutti quelli che sono stati liquidati.
Si faccia una verifica su come viene gestito il flusso di denaro legato agli ordini/contratti acquisiti direttamente e tramite i distributori.
Si verifichi il meccanismo di pagamento delle royalties
E' chiaro che alcune di queste azioni potrebbero essere fatte direttamente dai lavoratori, pero' bisogna capacitarsi che tale fatto viene visto come una "dichiarazione di guerra" che comporta l'iscrizione nel famoso "libro nero" (nessuno e' in grado di procurarsene una copia ?) e di conseguenza perche' il sindacato non da dimostrazione del proprio ruolo (a tutela degli interesse dei rappresentati, cioe' dei lavoratori) attivando le proprie strutture (legali e amministrative) affinche' vengano intraprese le azioni legali opportune ?
In un mio scenario (o sogno) futuro (a breve), la direzione prima di attivare qualsiasi progetto di riorganizzazione deve necessariamente condividerlo con le rappresentanze dei lavoratori che devono valutarne l'impatto e operare di conseguenza.
Attenzione che questo processo (che io qui chiamo sogno), viene normalmente intrapreso nelle aziende in cui esiste rispetto dei reciproci ruoli (direzione e maestranze).
Partecipate all'assemblea di venerdi, guardate che e' importante dare un messaggio che dimostri che si e' interessati e preccupati rispetto a quanto sta succedendo da un anno e mezzo a questa parte !
Basta subire intimidazione da parte di soggetti dal profilo professionale e umano veramente infimo (anche qui gradirei una non censura in quanto non ho indicato nominativi anche se sono noti a tutti).
ciao
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