sabato, aprile 26, 2008

TRE GIORNI PER IL CONTRATTO

DA 16 MESI CONFCOMMERCIO NEGA IL RINNOVO DEL CCNL

PURA IPOCRISIA LE DICHIARAZIONI NATALIZIE DI SANGALLI:
“La disponibilità delle parti a riprendere il tavolo della trattativa già il 15 gennaio 2008 certamente è un segnale … che mostra la volontà di un confronto leale e di merito. L’obiettivo rimane, dunque, quello di rendere più “pesante” la busta paga dei dipendenti …”

FILCAMS CGIL FISASCAT CISL UILTUCS UIL
DI MILANO ORGANIZZANO:



• PER UN SALARIO DIGNITOSO E CONTRATTATO
• PER UN ORARIO E UNA VITA LAVORATIVA MIGLIORE
• PER MAGGIORI DIRITTI

RESPINGIAMO L’ATTACCO AL CONTRATTO NAZIONALE, ALLE REGOLE E AL SINDACATO.

giovedì, aprile 24, 2008

EuroMayDay 2008: il primo maggio dei precari


Ci rivolgiamo a tutti e a tutte; uomini e donne, precari e precarie, native e migranti, lavoratrici e lavoratori dei call center, degli aeroporti, dello spettacolo e della moda, dell’informazione e della formazione, delle ricerca, delle cooperative sociali, della distribuzione. Ci rivolgiamo agli operai e alle operaie, delle fabbriche e dei servizi, agli studenti, alle associazioni, ai centri sociali, alle mille forme di resistenza e di autorganizzazione che ri-generano i territori e le metropoli martoriati dal vampirismo neoliberista.La precarietà picchia duro, nel lavoro e nella vita. Non è “sfiga”. Non è cosa passeggera. Non è un problema sociale tra gli altri ne’ un titolo di un giornale. Non è semplicemente la perversa proliferazione di contratti atipici ne’ un dazio che le giovani generazioni sono costrette a pagare per entrare nel mercato del lavoro.
È il modo contemporaneo di produrre la ricchezza, di sfruttare il lavoro, di asservire ogni stilla della nostra vita al profitto delle imprese. La precarizzazione è la crisi della rappresentanza politica e sindacale del lavoro e nel sociale, e segna un punto sulla linea del tempo rispetto al quale non si può tornare indietro. È il punto da cui è necessario ripensare e sperimentare nuove forme e strategie di lotta; contro lo sfruttamento, le gerarchie e le povertà.
Una lotta che parli chiaro e a voce alta, perché ricca di tutto ciò che la precarizzazione nega e riduce al silenzio. Negli ultimi anni, l’EuroMayDay ha costruito, in Italia e in Europa, uno spazio politico e sociale, condiviso, in cui la presa di parola e il protagonismo dei precari e delle precarie, senza mediazioni e mediatori, ha sperimentato forme inedite di visibilità, comunicazione e conflitto.
Ma la Mayday è un processo sociale che si evolve di anno in anno, per tutto l’anno, e questa edizione, a Milano, rilancia a partire dal protagonismo dei migranti. Il lavoro migrante rivela i segreti della precarizzazione. Il controllo dei confini produce gerarchie spesso razziste tra regolari e irregolari, tra buoni e cattivi, criminalizzati dalle retoriche della guerra e della sicurezza che servono solo a non parlare di coloro che di lavoro muoiono, senza nessuna sicurezza.
La specificità dei migranti è vivere una doppia precarietà. Dentro e fuori i luoghi di lavoro il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro li ricatta, i Cpt e le espulsioni li minacciano costantemente. La loro condizione riguarda però tutto il lavoro, è una leva fondamentale della precarizzazione perché alimenta la frammentazione, perché riduce gli spazi di libertà e le possibilità di lotta. Ma in questi anni il protagonismo dei migranti ha prodotto esperienze significative di lotta autonoma in nome della libertà di movimento.
Il primo maggio, a Milano, vogliamo condividere questa forza, amplificarla, congiungerla con quella degli altri precari. Condividere esperienze che sono transnazionali, e che danno il segno di una May Day che attraversa l’Europa da Aachen/Aquisgrana a Berlino, Copenhagen, Hanau, Amburgo, Helsinki, Lisbona, Madrid, Malaga, Maribor, Napoli, Palermo, Terrassa, Vienna… e va oltre, perché passa per la Tokyo MayDay in Giappone, e si collega alla manifestazione dei migranti negli Stati Uniti del prossimo primo maggio.
Vogliamo costruire una long/larga/lunga MayDay che sappia porre un confronto serrato e continuativo, fra tutte le realtà lavorative, sociali, sindacali che lottano, ogni giorno, in ogni dove, contro la precarizzazione, sulle tematiche che da sempre hanno caratterizzato l’idea del primo maggio precario: la continuità di reddito intesa come un nuovo orizzonte delle politiche rivendicative, del welfare e la trasformazione del protagonismo precario e migrante in un conflitto nuovamente diffuso ed incisivo.
La precarizzazione, lo ripetiamo, picchia duro e segna una discontinuità profonda con il passato. E’ un equilibrio sapiente fra ricatto e consenso e agisce sul sociale in modo diverso, dividendoci e confondendoci. Atomizza le nostre vite e saccheggia i territori e le metropoli in cui viviamo. Milano è fresca di nomina per l’Expo 2015. Tremiamo pensando alle conseguenze di ciò: l’orgia bipartisan dell’orgoglio nazionale di speculazioni ed appalti allestirà il palcoscenico nascosto per lo sfruttamento intensivo di lavoro precario e migrante in un’oscena colata di cemento.
Non ci sono dubbi, siamo incompatibili con tutto ciò: se questa è una vetrina che lo sia della nostra capacità di conflitto e di un’idea di valorizzazione delle nostre vite ben differente Di questo si discuterà nelle Fiere Precarie che precederanno, attraverseranno e seguiranno la parade mettendo a confronto esperienze di autoproduzione, di cooperazione e di condivisioni dei saperi.

Let’s MayDay,
Milano, primo maggio,
Porta ticinese, ore 15.00

martedì, aprile 08, 2008

Elezioni? ... ma nel silenzio si promuove la Bolkestein

Lunedì 07 Aprile 2008
da Il Manifesto articolo di Alberto D'Argenzio
I lavoratori distaccati - quelli inviati da un'impresa all'estero - possono guadagnare meno dei loro colleghi contrattualizzati da una società del posto. Cose che succedono, nella pratica; ma da ieri questa discriminazione è diventata legale, avvalorata da una sentenza della Corte di Giustizia del Lussemburgo. I giudici comunitari hanno infatti stabilito che alla direttiva europea sui lavoratori distaccati non deve necessariamente venire applicato il salario minimo del paese in cui un'impresa manda i propri dipendenti a lavorare. In pratica che il principio della libera prestazione dei servizi, sancito dall'articolo 49 dei Trattati, primeggia sulla non discriminazione salariale. Di fatto: si promuove il dumping sociale.

A nulla erano valse le proteste e la mobilitazione del mondo del lavoro contro questa normativa; qualcuno, commentando l'infausto esito al Parlamento Europeo, lo defininì esplicitamente un inciucio ed addirittura si spinse ad affermare:
Ma l’entusiasmo nostrano di DS e Margherita, scavalcati “a sinistra” dai socialisti belgi e francesi e recatisi al voto a braccetto con Forza Italia, è davvero indecente e la dice lunga sulla volontà del centrosinistra italico di eliminare Berlusconi ma di mantenere (se non di rafforzare) il liberismo qualora l’Unione dovesse vincere le prossime elezioni.
Altrettanto scandalose le dichiarazioni del segretario generale della CES Monks, il quale nonostante l’opposizione di molte categorie e sindacati nazionali aderenti alla CES, ha avuto l’ardire di sostenere che “ben il 90% delle richieste di modifica presentate dalla CES sono state accolte” e che dunque il voto era una vera e propria grande vittoria.



Ma noi abbiamo cose ben più importanti a cui pensare... ad esempio disquisire per giorni e giorni su come stampare le schede elettorali e se, per vederle come più ci aggrada, sia giusto o meno imbracciare le armi.

Mi raccomando, facciamoci affascinare da tutte le discussioni sul sesso degli angeli, tranne che da chi discute della precarietà, dell'arroganza della Confcommercio che ci nega un rinnovo contrattuale di 78 (imbarazzanti) euro, o delle esigenze del mondo del lavoro e dei sui problemi.

Ed il sindacato? ... Se ci sei batti un colpo!

domenica, aprile 06, 2008

Survey 2008

Suggeriamo ai colleghi di andarsi a leggere, nella intranet aziendale, i risultati del survey 2008.

http://canet.ca.com/employee_comm/survey/2008/index.htm

A noi sembra interessante la sezione relativa ai “top ten high and low survey items”

http://canet.ca.com/employee_comm/survey/2008/top_ten_highlow.htm