martedì, novembre 27, 2007

COMUNICATO ASSEMBLEA DEL 23 NOVEMBRE 2007

L’assemblea dei lavoratori CA, esaminata la condizione di continua trasformazione e ristrutturazione della organizzazione aziendale (che si è manifestata in sollecitazioni su diversi singoli dipendenti dei Servizi, Facility ed Amministrazione affinché accettino incentivazioni per risolvere consensualmente il rapporto di lavoro), nel prendere atto del leggero miglioramento delle modalità assunte dalla Direzione Aziendale nell’affrontare le problematiche relative ai supposti esuberi di forza lavoro:

GIUDICA UN ERRORE

la scelta aziendale di non rendere trasparenti le difficoltà aziendali, anche perché tutte le comunicazioni ufficiali parlano di aumenti del fatturato e degli utili

la scelta di non coinvolgere il sindacato nella gestione dei processi di ristrutturazione unilateralmente adottati

ESPRIME

preoccupazione per l’entità della riorganizzazione in atto, rilevando altresì che non è ancora chiaro se, a seguito della decisione presa dall’International di cedere parti significative delle strutture legate al Threat Management, ci saranno anche in Italia ulteriori ripercussioni ad esempio sul personale del Supporto

CONFERMA

l’auspicio per una veloce conclusione delle vertenze avviate per il reintegro sul proprio posto di lavoro dei colleghi licenziati a Marzo

LO SCIOPERO DI 4 ORE, LA MATTINA DI VENERDI’ 30 NOVEMBRE, IN CONCOMITANZA CON LA PRIMA UDIENZA DELLE CAUSE DI REINTEGRO

giovedì, novembre 22, 2007

Retribuzioni. Dal 2002 al 2007 è un crollo verticale

Un indagine Ires rivela la perdita di quasi 2000 euro in un anno per il lavoro dipendente


Se serviva una ricerca a dircelo... è arrivata. Nell'indagine “I salari dal 2002 al 2007”, del centro studi Ires della Cgil, troviamo la conferma del perchè una famiglia normale non riesce ad arrivare alla fine del mese: i salari e gli stipendi non sono assolutamente adeguati al costo della vita.
L'indagine si concentra su salari e stipendi perché dai risultati emerge che quello che ‘paga per tutti’ è proprio lavoro dipendente. Nei cinque anni presi in considerazione dalla ricerca, sono gli operai che hanno pagato il prezzo maggiore: chi aveva una retribuzione pari a 24.890 euro ha subito una perdita progressiva pari a 1.896 euro. Le cause: due terzi per la dinamica inversamente proporzionale tra inflazione e retribuzioni e un terzo per la mancata restituzione del fiscal drag.
Tra i tanti dati percentuali, uno dei peggiori riguarda il settore giovanile.I giovani, fra impiegati e operai, guadagnano tutti meno di 900 euro al mese. Ovvero sono tutti sulla soglia della povertà. Un apprendista con meno di 24 anni guadagna 736,85 euro al mese, un collaboratore occasionale arriva a 768,80 euro mentre un co.co.pro o un co.co.co arriva al massimo a 899 euro.Sempre comparando questa indagine a quella dell’Istat, si vede che il 13,7 per cento dei giovani tra 18 e 34 anni sono poveri. E la cifra percentuale è esponenziale: se si tratta di una coppia con figli i poveri sono il 45,8 per cento.
I nuclei familiari sono i più penalizzati, specie per la divaricazione tra ricchi e poveri che già l’indagine Istat sulla povertà delle famiglie italiane, pubblicata ad ottobre, aveva indicato. Chi stava male è peggiorato, mentre chi stava bene è migliorato. Il presidente dell’Ires Agostino Megale lo ha sottolineato nel suo intervento: “La perdita di potere d’acquisto dei redditi delle famiglie di operai e impiegati - ha detto – si contrappone ad una crescita di potere d’acquisto delle famiglie degli imprenditori e dei liberi professionisti. Con le manovre fiscali del centro-destra si è registrato un ulteriore allargamento della forbice a sfavore dei bassi redditi”.E sono i dati a parlare: i redditi familiari di imprenditori e liberi professionisti è cresciuto di 11.984 euro, mentre quello degli impiegati è diminuito di 3.047 euro e quello degli operai di 2.592 euro.Oltre 14 milioni di lavoratori guadagnano meno di 1.300 euro al mese, la metà dei quali non arriva ai mille euro.
Il segretario generale della Cgil, Epifani, durante la presentazione del rapporto è tornato su quanto aveva già dichiarato in precedenza dopo la consultazione sul protocollo welfare. “Serve una nuova politica dei redditi – ha detto – che affronti il problema della crescita bassa, dei bassi salari e della bassa produttività”.

domenica, novembre 18, 2007

VENERDÌ 23 NOVEMBRE ASSEMBLEA GENERALE

Venerdì 23 Novembre, dalle ore 16,00 alle 17.30, è convocata l’assemblea generale dei lavoratori CA (sala mensa a Milano, videoconferenza a Roma) con il seguente ordine del giorno:

  • Analisi sullo stato della ristrutturazione aziendale
  • Sciopero del 30 Novembre in solidarietà dei colleghi licenziati
  • Varie

Sarà presente un funzionario sindacale di CGIL, CISL e UIL.
Tutti i lavoratori sono invitati a partecipare.

sabato, novembre 10, 2007

Nuova tornata: riorganizzare i CA-TS

LA DIREZIONE COMUNICA LA NECESSITÀ DI RIORGANIZZARE I CA-TS

La direzione ha comunicato alla RSA Aziendale un problema di riposizionamento della struttura CA-TS, evidenziando la necessità di intervenire su un 10/15% del suo personale. In questo caso specifico (a differenza di Marzo e Settembre) l’azienda può gestire fino al 31 Marzo 2008 la ricerca di una soluzione concorsuale e di accompagnamento ad una diversa collocazione delle persone impattate dalla ristrutturazione.

Si ricordano le prossime scadenze di NOVEMBRE:


  • venerdì 16 Novembre è stato proclamato uno sciopero nazionale di 8 ore per il rinnovo del contratto.

  • lo sciopero aziendale di 4 ore in occasione della prima udienza (che si terrà il 30 Novembre) per le cause di reintegro intentate dai colleghi licenziati a Marzo. Ad oggi, tra Marzo e Settembre, sono ancora aperte 6 situazioni di contenzioso.


Appena possibile si comunicheranno eventuali iniziative specifiche legate alla suddetta riorganizzazione.

domenica, novembre 04, 2007

Epifani: meno fisco in busta paga

Intervista a Guglielmo Epifani,dal Corriere della Sera del 31 Ottobre 2007.

Epifani: meno fisco in busta paga
tagliare cento euro di tasse al mese

Il leader della Cgil: un piano di cinque anni per aumentare i salari netti «La copertura? Ridurre gli sprechi e prelievo sulle rendite finanziarie»


In sostanza Epifani ancòra la questione salariale alla questione fiscale, allineandosi così con tutti quelli che puntano ad una riduzione delle tasse come strumento principale per rimpolpare profitti e rendite.... ed ora anche i salari.
Sembra quasi che si pensi ad un pozzo fiscale senza fondo. Ma ridurre le tasse per sostenere profitti, rendite e salari è come giustificare di fatto la permanente riduzione dello stato sociale.
Non siamo riusciti neppure a recuperare il fiscal drag in tutti questi anni dall'abolizione della scala mobile ad oggi.....
Certo c'è una questione salariale ed è pesante, ma questa dipende anche e sopratutto da una linea sindacale concertativa che prima ha accettato l'abolizione delle indicizzazioni salariali e che ha per anni accettato il tasso di inflazione programmata come riferimento per le politiche retributive.
Quanto sono stati sostenuti profitti e rendite in questi anni da una debole rivendicazione salariale?
E quanto lo saranno ancora se oltre ad una debole ed inadeguata politica contrattuale rivolgiamo da ora le nostre attese salariali sulla riduzione fiscale?
Certo questo potrebbe aumentare un poco i nostri salari, ma col tempo, alleandosi a chi sostiene oggi una generalizzata riduzione della tassazione (anche quindi su profitti e rendite) si gettano le basi per la distruzione dello stato sociale.
Quello che non si capisce dalla intervista di Epifani al Corriere è come la politica salariale dovrà cambiare anche rispetto alle imprese. Ci si aspetterebbe (come per altro ha deciso l'ultimo congresso della CGIL) che saltasse il riferimento alla inflazione programmata, che si sarebbe finalmente ripreso a costruire le piattaforme rivendicative in maniera più efficace e meno subordinata. Ma su questo Epifani non dice nulla. L'unica cosa che lascia trasparire la sua intervista è l'enorme fiducia che viene espressa rispetto agli effetti benefici di una riduzione fiscale.
Se ci aspettava una proposta che puntasse sia sulla leva fiscale che sulla ripresa di una politica contrattuale più efficace (a metà mese il Commercio dovrebbe scioperare per un contratto che chiede la cifra di 78 euro, riparametrati al 4° livello per 14 mensilità!) .... beh siamo rimasti delusi. Per quanto riguarda il rapporto con le imprese si parla solo di un tavolo per rivedere il modello contrattuale, ma nell'intervista non si dice come, stando volutamente sul generico.

Così, in conseguenza della linea annunciata a mezzo stampa da Epifani i lavoratori avranno forse aumenti salariali grazie alla riduzione delle tasse (e quindi anche dello stato sociale, soldi nostri) e le aziende potranno continuare a risparmiare sui rinnovi contrattuali ed a sostenere un'altra riduzione delle tassazioni sui profitti e sulle rendite.
La beffa che si rischia è che i salari non aumentino di un bel nulla, ma semplicemente che ci venga monetizzato in busta paga quanto oggi lo Stato ci restituisce come servizio sociale (scuola, sanità ecc).... e che da domani ci dovremo pagare da soli.

In realtà quanto auspicato da Epifani sembra cosa già fatta. Damiano (ministro del lavoro) già lo da per certo e Confindustria plaude (tanto non paga); già si parla di tavoli da aprire a giorni.

Peccato che nessuno tra gli iscritti del sindacato ne ha potuto discutere. La CGIL è ferma all'ultimo congresso, quello dove si era detto che bisognava superare le subordinazioni che vincolavano la contrattazione, bisognava respingere l'aumento dell'età pensionabile ed una ulteriore riduzione delle pensioni, bisognava che tutti pagassero le tasse in modo da ridare slancio allo stato sociale, ecc. ecc.
La perplessità è il minimo davanti ad un segretario nazionale che comunica la linea della Cgil ed i suoi cambiamenti in corso d'opera quasi solo a mezzo stampa, e che magari si arrabia pure se qualcuno prova a dire di non essere d'accordo con le cose che fa e che dice e che solleva dubbi su questo aprire trattative e firmare accordi senza mandato alcuno.