Il risultato annuo è il peggiore da aprile 2005, quando l'indicatore segno -3,9%.
La crisi economica non allenta la presa e i consumatori sono costretti a ridurre le spese. La conferma arriva dal crollo delle vendite al dettaglio a giugno. Il dato, comunica l'Istat, ha registrato un calo del 3,4% su base tendenziale e dello 0,5% su base mensile. Il risultato annuo è il peggiore da aprile 2005, quando l'indicatore segno -3,9%. La variazione tendenziale negativa deriva da una riduzione del 2,3% delle vendite di prodotti alimentari e da un calo del 4,1% dei prodotti non alimentari. Il dato congiunturale è invece la sintesi della diminuzione dello 0,2% nel comparto alimentare e dello 0,7% in quello non alimentare.
Perchè Governo ed Imprenditori non mettono in relazione questo calo dei consumi con l'andamento dell'inflazione reale e quello dei salari?
Anche sul fronte sindacale non si sta meglio; a Luglio è stato firmato un accordo separato per il rinnovo del CCNL del Commercio che prevede aumenti salariali ai limiti della sussistenza, capace solo di progettare l'ulteriore impoverimento dei lavoratori del comparto.
Ma perchè i lavoratori dipendenti lo prendono sempre in quel posto?