La ridicola cifra di 150 euro (come si vedrà inferiore alla già imbarazzante richiesta della piattaforma sindacale) è determinata dal mancato recupero del potere d'acquisto dell’anno 2007, per il quale non sono previsti arretrati.
Solo dal mese di febbraio 2008 scatta difatti il primo aumento di 55 euro al 4° livello, pari cioè alla sanatoria dell’erogazione unilaterale prevista da Confcommercio e da altre imprese.
Il successivo aumento di 21 euro scatta a dicembre 2008, mentre a settembre 2009 il salario si “innalza” di ulteriori 34 euro, per concludere col marzo e col settembre 2010, dove scatteranno altri 20 euro.
Se a regime quindi si tratta di 150 euro, nei fatti la dilazione eccessiva degli aumenti e la mancata considerazione del 2007, rendono inaccettabile l’aspetto economico.
Come si vede la pratica di non rinnovare i contratti - assai conveniente per le imprese - ne esce confermata e rafforzata.
Va ricordato che la “piattaforma unitaria” concordata con Fisascat e Uiltucs, quando fu presentata prevedeva una richiesta d’aumento già inferiore a tutte le altre categorie: 78 euro mensili lordi per il primo biennio. Alla fine avremo un aumento medio nei 4 anni pari a 71,8 euro mensili, cioè inferiore a quanto concordato unitariamente.
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