giovedì, novembre 22, 2007

Retribuzioni. Dal 2002 al 2007 è un crollo verticale

Un indagine Ires rivela la perdita di quasi 2000 euro in un anno per il lavoro dipendente


Se serviva una ricerca a dircelo... è arrivata. Nell'indagine “I salari dal 2002 al 2007”, del centro studi Ires della Cgil, troviamo la conferma del perchè una famiglia normale non riesce ad arrivare alla fine del mese: i salari e gli stipendi non sono assolutamente adeguati al costo della vita.
L'indagine si concentra su salari e stipendi perché dai risultati emerge che quello che ‘paga per tutti’ è proprio lavoro dipendente. Nei cinque anni presi in considerazione dalla ricerca, sono gli operai che hanno pagato il prezzo maggiore: chi aveva una retribuzione pari a 24.890 euro ha subito una perdita progressiva pari a 1.896 euro. Le cause: due terzi per la dinamica inversamente proporzionale tra inflazione e retribuzioni e un terzo per la mancata restituzione del fiscal drag.
Tra i tanti dati percentuali, uno dei peggiori riguarda il settore giovanile.I giovani, fra impiegati e operai, guadagnano tutti meno di 900 euro al mese. Ovvero sono tutti sulla soglia della povertà. Un apprendista con meno di 24 anni guadagna 736,85 euro al mese, un collaboratore occasionale arriva a 768,80 euro mentre un co.co.pro o un co.co.co arriva al massimo a 899 euro.Sempre comparando questa indagine a quella dell’Istat, si vede che il 13,7 per cento dei giovani tra 18 e 34 anni sono poveri. E la cifra percentuale è esponenziale: se si tratta di una coppia con figli i poveri sono il 45,8 per cento.
I nuclei familiari sono i più penalizzati, specie per la divaricazione tra ricchi e poveri che già l’indagine Istat sulla povertà delle famiglie italiane, pubblicata ad ottobre, aveva indicato. Chi stava male è peggiorato, mentre chi stava bene è migliorato. Il presidente dell’Ires Agostino Megale lo ha sottolineato nel suo intervento: “La perdita di potere d’acquisto dei redditi delle famiglie di operai e impiegati - ha detto – si contrappone ad una crescita di potere d’acquisto delle famiglie degli imprenditori e dei liberi professionisti. Con le manovre fiscali del centro-destra si è registrato un ulteriore allargamento della forbice a sfavore dei bassi redditi”.E sono i dati a parlare: i redditi familiari di imprenditori e liberi professionisti è cresciuto di 11.984 euro, mentre quello degli impiegati è diminuito di 3.047 euro e quello degli operai di 2.592 euro.Oltre 14 milioni di lavoratori guadagnano meno di 1.300 euro al mese, la metà dei quali non arriva ai mille euro.
Il segretario generale della Cgil, Epifani, durante la presentazione del rapporto è tornato su quanto aveva già dichiarato in precedenza dopo la consultazione sul protocollo welfare. “Serve una nuova politica dei redditi – ha detto – che affronti il problema della crescita bassa, dei bassi salari e della bassa produttività”.

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