domenica, maggio 18, 2008

La riforma della contrattazione

Come sempre, quando si tratta di temi complessi che sono in grado di "segnare" per molti anni una prospettiva politica, nel mondo del lavoro emergono posizioni contrastanti. E' giusto che sia così, il confronto delle idee è il sale della democrazia; guai se ci si arrendesse all'idea di un "pensiero unico". Nel caso della contrattazione, posto che molte posizioni ritengono che la struttura attuale non può più rispondere alle esigenze dei lavoratori e deve essere superata, posto che le controparti datoriali vogliono raggiungere nuovi obiettivi di controllo del mercato del lavoro, vediamo in che senso si propone di modificarla.

Secondo Guglielmo Epifani "La proposta di Cgil Cisl e Uil è un testo molto buono e molto avanzato. È una mediazione alta e importante". A sostegno di questo approccio inizia ad essere prodotto il primo materiale.

Invece la FIOM dice no al documento di Cgil Cisl Uil sulla contrattazione. Più del 76 % ha votato il documento presentato da Gianni Rinaldini.
Secondo la Rete 28 Aprile "Il documento Cgil, Cisl, Uil sulla riforma della contrattazione è profondamente sbagliato perché di fronte alla catastrofe dei salari italiani, che sono i più bassi tra quelli dei paesi industriali più avanzati, invece che mettere in discussione la politica di concertazione e moderazione salariale che negli ultimi quindici anni ha portato a questo risultato negativo, la ripropone in termini ancor peggiori." ed inizia a produrre il suo materiale.

Dal nostro canto crediamo che i criteri per valutare la bontà o meno di una modifica alla contrattazione dovrebbero essere:
  • il Contratto nazionale deve rafforzare il suo carattere solidale, la sua funzione normativa e salariale a partire dall’obiettivo di incrementare il valore reale delle retribuzioni.
  • Il passaggio alla durata triennale dei Contratti deve prevedere un meccanismo automatico di tutela del salario dall’inflazione.
  • La contrattazione aziendale deve mantenere un carattere acquisitivo senza introduzione di vincoli che ne impediscono la concreta possibilità di intervento su tutto ciò che compone la prestazione lavorativa ed il salario non può avere carattere totalmente variabile.
  • Il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori a decidere la validazione delle piattaforme e degli accordi tramite referendum è la condizione indispensabile per costruire un processo di unità sindacale. Tale diritto deve poter essere esercitato anche in presenza di diverse posizioni tra le organizzazioni sindacali, perchè la democrazia è l’unico modo per evitare accordi separati e far decidere i lavoratori.
Sulla base di queste considerazioni sarà bene valutare l’accordo finale che sarà realizzato.

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