martedì, marzo 31, 2009

Manomesso il testo unico per la sicurezza. A voi i profitti, a noi i lutti


Il governo rivede la normativa del testo unico sulla sicurezza mentre non passa giorno in cui non si registrino lutti tra i lavoratori. Invece di affossare una normativa che non è nemmeno stata messa in grado di entrare in vigore, il nostro esecutivo dovrebbe invece attuarla e sostenerla. La CGIL è impegnata per dire basta a questa strage silenziosa e, anche per questo, chiama alla manifestazione nazionale del 4 Aprile a Roma.



Tornando alla sicurezza, giusto per avere qualche dato, di seguito l'estratto di un articolo di
MASSIMO FRANCHI – l’UNITA’ del 30 Marzo 2009:
"La sanzione più grave prevista dal Testo unico riguardava l’inadempienza rispetto agli infortuni e in specifico i rischi mortali plurimi. Si parla di aziende con lavorazioni in sotterraneo o in cisterna, come quelle delle stragi di Molfetta e Mineo in cui sono morti rispettivamente 5 e 6operai per asfissia, perché lavoravano senza bombole. «Ebbene, il Testo unico voluto dal governo Prodi in questo caso prevedeva una sanzione fino a 16mila euro, il testo Sacconi la abbassa a 6mila euro», spiega Montagnino. «Quella fatta da Sacconi - continua l’ex sottosegretario - è un’operazione molto sottile: le modifiche non sono solo sul piano quantitativo, ma soprattutto su quello qualitativo. La più importante è sulla Valutazione del rischio, che nel Testo Unico era l’architrave della prevenzione degli infortuni sul lavoro. Nel testo approvato dal Consiglio dei ministri le violazioni passano da contravvenzioni (violazioni sostanziali) a semplici ammende, quindi violazioni formali».
La certezza che dietro le modifiche ci siano Confindustria e le altre associazioni datoriali viene confermata anche dalla norma, sul mancato adempimento alla prevenzione. Il Testo unico prevedeva la responsabilità del datore di lavoro in modo primario e poi responsabilità concorrenti per il preposto e il lavoratore.Ora il testo Sacconi ha ribaltato la piramide: il datore può avere solo una responsabilità concorrente.Un’altra modifica importante riguarda l’articolo 15 bis, reati per «violazione delle norme sulla prevenzione», nei casi in cui «il non impedire l’evento equivale a cagionarlo». Con le correzioni apportate la norma diventa quasi inapplicabile.«Se così fosse - spiega Paola Agnello Modica, segretaria confederale della Cgil - ci sarebbe una applicazione restrittiva del Codice penale tale da non far ricadere pressoché mai la responsabilità della mancata prevenzione in capo al datore di lavoro o ai dirigenti».Sacconi si è poi molto vantato del fatto che ora «proseguirà il confronto con gli enti locali e le parti sociali». La Cgil mette già le mani avanti. «Saremmo contentissimi, perché finora non c’è stato – continua Modica -. Ma per “dialogo” Sacconi intende quello avuto sulla crisi, due ore di ascolto e poi basta, noi non potremmo accettarlo». "

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